Al termine di indagini che hanno accertato "una
sproporzione di circa uno a 300 mila euro" fra disponibilità
patrimoniale e reddito dichiarato, Polizia e Guardia di Finanza hanno
sequestrato, a Potenza, un immobile e quote di diverse società nella
disponibilità di un uomo che si trova agli arresti domiciliari per concorso
esterno in associazione mafiosa, tentata estorsione aggravata dal metodo
mafioso e cessione e spaccio di droga. Tra i beni sequestrati un bar situato di fronte al
palazzo di giustizia del capoluogo "ritenuto, a livello di gravità
indiziaria, luogo d'incontro dei sodali". Al sequestro d'urgenza, disposto dalla sezione misure di
prevenzione del Tribunale di Potenza, si è arrivati dopo indagini coordinate
dal Procuratore della Repubblica, Francesco Curcio. Polizia e Guardia di Finanza hanno portato alla luce
"una disponibilità patrimoniale complessiva superiore a quella che sarebbe
stata consentita dal reddito dichiarato e dall'attività economica svolta"
dall'indagato, arrestato nel 2021 nell'ambito di un procedimento a carico del
clan Martorano-Stefanutti. L'uomo è coinvolto anche in un'altra inchiesta:
un'estorsione ai danni di un imprenditore - che opera nel settore del commercio
del bestiame - in questo caso "con la partecipazione di soggetti appartenenti
al sodalizio Riviezzi di Pignola, per la quale nel mese di gennaio 2022 è stato
raggiunto dalla misura cautelare degli arresti domiciliari". La Procura
della Repubblica di Potenza ha tratto "ulteriori indizi in ordine al suo
coinvolgimento nelle attività illecite riguardanti il settore del gioco e delle
scommesse illegali" da altri due procedimenti: uno, avviato nel 2010, si è
concluso "con sentenza di non doversi procedere per estinzione dei reati
ascritti per prescrizione; l'altro, più recente, tuttora pendente presso la
Procura della Repubblica di Salerno.
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