Decesso al Cpr di Palazzo San Gervasio (Pz): continuano le indagini


Il giovane algerino di 19 anni morto nel Cpr di Palazzo San Gervasio (Pz), "non è stato picchiato ma ciò non esclude alcuna fattispecie di reato", compresi "l'omicidio doloso, colposo e un atto autolesionistico":
così a Potenza il Procuratore della Repubblica, Francesco Curcio, che coordina le indagini sulla morte dell'ospite del Cpr che ha avuto come conseguenza una rivolta di circa 100 immigrati, sedata dopo circa tre ore. Da un primo esame sul cadavere di Oussama non sono stati rilevati segni di violenza: "Questo - ha detto Curcio, che comunque ha disposto l'autopsia - è un punto fermo a tutela di tutti, sia dei trattenuti nel centro sia di chi deve tutelarli". Il giovane alcuni giorni fa aveva tentato di suicidarsi ingerendo alcuni pezzi di vetro. Per tale motivo era stato ricoverato nell'ospedale "San Carlo" di Potenza, venendo dimesso alcuni giorni dopo: "In teoria - ha spiegato Curcio - su di lui nel Cpr doveva esserci un controllo, ma al momento dei rilievi fatti ieri era presente un solo infermiere, deputato al controllo di 104 ospiti, e nessun medico. Secondo il Procuratore della Repubblica, "dai primi accertamenti, al Cpr non si è in linea con lo standard di sicurezza della salute che sia degno di uno Stato civile".

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