A Potenza si è svolto un nuovo approfondimento effettuato dal gruppo di lavoro sulla “struttura
antropica”: uno dei cinque istituiti presso il Dipartimento
Ambiente della Regione per formulare le osservazioni tecniche alla
Carta nazionale delle
aree potenzialmente idonee per la localizzazione del deposito
nazionale dei rifiuti radioattivi (Cnapi). Da
un lato ci sono le strategie statali, regionali ed europee, che nel
corso del tempo hanno portato all’adozione di programmi e di
ingenti investimenti finanziari per promuovere la cultura e il
turismo, valorizzare le aree interne ed i sistemi produttivi locali,
tutelare il paesaggio; dall’altro c'è la “Carta nazionale delle
aree potenzialmente idonee per la localizzazione del deposito
nazionale dei rifiuti radioattivi” che di questi programmi
sembra non tenere conto, avendo incluso fra le “aree potenzialmente
idonee” anche quelle zone in cui lo Stato e le Regioni hanno deciso
di fare ben altro. E persino un’area vicinissima a quella
dichiarata dall’Unesco “Patrimonio mondiale dell’Umanità”,
aree dichiarate di notevole interesse pubblico per la tutela del
patrimonio culturale ed aree a pascolo inserite nel Catalogo
Nazionale dei Paesaggi Rurali storici. Per l'assessore regionale all'ambiente, Gianni Rosa, “tutti
gli elementi emersi segnalano una palese incongruenza con le aree
indicate, perché nel documento della Sogin non si tiene conto del
fatto che le zone indicate sono oggetto di pianificazione
culturale e paesaggistica da molti anni, con tanto di decreti
ministeriali di dichiarazione di interesse pubblico, come nel caso di
Irsina, solo per fare un esempio.”
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