I grandi
cambiamenti sociali quali l’ invecchiamento, la mobilità della popolazione,
l’aumento di nuclei familiari, la riduzione della capacità di spesa e più in generale la crescita della “cultura
immateriale” pongono, paradossalmente, la città storica in posizione
privilegiata rispetto alle parti più recenti, ma per calare queste nuove realtà
e questi cambiamenti in contesti delicati quali le parti storiche, occorrono
attenzioni e regia pubblica. E’ emerso a Matera durante il Convegno organizzato dal Consiglio Nazionale degli Architetti, inserito tra le iniziative italiane dell’Anno
Europeo del Patrimonio Culturale 2018. Per il Consiglio "serve investire sui Centri Storici con
strategie appropriate essendo vere fabbriche sostenibili di cui il Paese
ha bisogno per consolidare quella qualità di vita che rappresenta,
oltre che ricchezza culturale, il nostro maggiore fattore di competitività
territoriale.
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