Il fantasma di Villa Malta aleggia su via Pedagnali con le tracce di fango ancora visibili sotto le volte del vecchio ospedale, ottocentesco come il borgo in cui sorge: è la fotografia che ferma il tempo e riporta indietro la memoria alla sera del 5 maggio 1998 quando una marea nera di fango travolse Sarno, inghiottendo uomini e cose. Centosessanta le vittime di quella tragedia che coinvolse anche altri comuni della valle, come Quindici, Siano, Bracigliano e San Felice a Cancello. Sarno pago' il prezzo piu' alto, con 137 morti e la frazione Episcopio spazzata via dalle colate di lava fredda che, scese dalla montagna ferita in cinque punti, bypassarono la rete di canali di inizio secolo, troppo a valle per fare da argine. A Sarno pioveva ininterrottamente da giorni (250 ore riferiscono le cronache dell'epoca) e nell'ospedale Villa Malta, ai piedi della montagna, sin dal pomeriggio cominciarono ad arrivare i primi feriti. Non immaginavano, ne' loro ne' il personale in servizio, che di li' a poco - intorno alla mezzanotte ci fu la colata che fece il grosso delle vittime - quel luogo di cura sarebbe diventata la loro tomba. I ritardi nei soccorsi, errori di sottovalutazione, un sistema di Protezione civile all'epoca poco collaudato, fecero il resto. Quattrocento famiglie furono sfollate.
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